san Paolo

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D’improvviso lo avvolse una luce dal cielo (At 9,3)

sabato 13 novembre 2010

Padre Livio sulla povertà di Gesù

Carissimo lettore,
prima di tutto ti voglio raccomandare (e in parte riportare) una preziosa catechesi del grande Padre Livio che ho potuto in parte ascoltare ieri mattina su Radio Maria. Il tema era "Gesù povero", cap. xiii del suo ultimo lavoro "Credo in Gesù Cristo".

"La povertà di Gesù è un mistero di bellezza che numerose anime privilegiate hanno cercato di esplorare e di realizzare nella loro vita senza mai esaurirlo (si pensi ad esempio a San Francesco). In due millenni di cristianesimo, quanti hanno rinunciato alla ricchezza e al potere per seguire Gesù umile e povero! La vita di Gesù e degli apostoli è un ideale perenne, sempre vivo, che genera forme sempre nuove di sequela.

Non è facile comprendere il segreto della povertà del Figlio di Dio, ben diversa da quella presente anche nelle religioni e nelle filosofie non cristiane. La povertà di Gesù si differenzia persino da quella del Battista, che viveva nella solitudine del deserto, e in apparenza poteva sembrare più povero: "portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi... il suo cibo erano cavallette e miele selvatico", mentre il vestito di Gesù era quello comune, ma non senza eleganza se la sua tunica è stata giocata ai dadi dai soldati romani... quella tunica forse era stata fatta con le mani della Madonna, perciò era bella... il cibo di Gesù era quello ordinario del popolo laborioso, anche se non disprezzava affatto ciò che gli veniva posto dinanzi quando un notabile lo invitava a pranzo... mangiava come si trovava, ciò che gli veniva dato... Gesù ha lavorato come falegname fino all'inizio della sua vita pubblica, guadagnandosi da vivere con la fatica quotidiana, poi Lui e gli apostoli hanno vissuto di elemosina perché chi lavora (per il vangelo) "ha diritto al suo nutrimento".

Gesù ha realizzato la povertà in una forma assolutamente originale, dove la pienezza prende il sopravvento sulla rinuncia (non ha niente a che fare con certe forme ereticali di povertà stracciona nelle quali si pensa che uno più è sporco e più è santo...). Gesù non disconosce la necessità del denaro, ma ne coglie come mai nessuno ha fatto la potenza di seduzione: è uno strumento necessario, ma comporta al tempo stesso la tentazione di porre in esso delle sicurezze che poi di fatto non sa dare, quindi di cercare un appoggio nel denaro anziché nella Provvidenza di Dio.

Uno degli apostoli, Giuda, è incaricato di raccogliere le donazioni in una borsa che serve per il sostentamento della comunità e per beneficare i poveri. Gesù però non fa uso personalmente del denaro. Accusato di non pagare la tassa per il Tempio, risolve la controversia ordinando a Pietro di andare al largo, di gettare l'amo e di aprire la bocca al primo pesce che avesse abboccato: "vi troverai una moneta d'argento, prendila e consegnala loro per me e per te". In tal modo ci fa capire che di denaro avrebbe potuto averne quanto ne voleva, ma ha scelto quel tipo di povertà. Ovviamente la sua scelta di vita con gli apostoli è particolare, Gesù non chiede a tutti questa scelta di vita, ad esempio a Zaccheo chiede di condividere i beni, non di lasciarli completamente. Ma ambedue le strade sono strade in cui il regno di Dio ha il primato su Mammona.

Pare di capire che il Figlio di Dio non abbia mai tenuto del denaro con sé! Chiaro che non tutti possono imitarlo, ma è comunque una scelta molto significativa, che Gesù, almeno durante la sua vita apostolica, vuol vivere completamente con la Provvidenza del Padre celeste. Non vi è dubbio che preso in se stesso il denaro non è un male, anzi lo si può utilizzare per fare del bene. Gesù insiste molto su questa finalità nobile della ricchezza, non ha mai demonizzato il denaro (ha semplicemente chiamato alcuni a lasciare i beni della terra, come gli apostoli o il giovane ricco, ma gli altri li ha lasciati nel mondo, nel contesto in cui il denaro è necessario, ricordando loro il nobile fine del denaro, che è quello di aiutare le persone, non solo con l'elemosina, ma ad esempio anche investendo nelle aziende, trattando bene gli operai ecc.)

Gesù non demonizza i ricchi ma li invita ad alleggerirsi della zavorra che li inchioda alla terra, condividendo i loro averi con i poveri: le due monetine della vedova, che gli erano necessarie per vivere, assumono ai suoi occhi un valore inestimabile. La presa di distanza personale di Gesù nei confronti del denaro non è un dettaglio marginale. Negli anni della vita pubblica, ha accolto con riconoscenza ciò che gli veniva dato dal Padre celeste attraverso la bontà degli uomini. Si è commosso per il gesto di Maria, la sorella di Lazzaro, che gli unge i piedi con nardo profumato, ciò che Giuda giudica uno sciupio, dicendo: "perché non si è venduto per 300 denari e non si sono dati ai poveri?" (in realtà rubava i soldi dalla cassa...)

La suprema libertà di Gesù nei confronti del denaro è stupefacente: esso può essere un mezzo per fini nobili, ma Gesù non lo prende in mano, anche se permette agli altri di usarlo. Ma perché il Figlio di Dio non vuole toccare il denaro? E' lui stesso che ne rivela la ragione profonda: la ricchezza nelle sue varie espressioni è un dono di Dio, ma è stata inquinata dal serpente. La ricchezza è divenuta iniqua ed è per questo il motivo per cui Gesù non si sporca le mani. Però permette a noi di farne uso riscattandola e purificandola con le opere di misericordia: "Ebbene io vi dico, fatevi degli amici con la disonesta ricchezza, perché quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne".

Qual'è la radice velenosa che inquina la ricchezza? Forse il fatto che essa viene accumulata in modo ingiusto sfruttando il lavoro degli uomini? Indubbiamente anche questo aspetto perverso della ricchezza è presente agli occhi di Gesù. Egli però guarda più in profondità e vede nel denaro una sottile alternativa al primato di Dio. Questa è la tentazione. Nessuno più di Gesù ha colto la seduzione idolatrica della ricchezza, che illude l'uomo fornendogli una falsa sicurezza. La campagna di un uomo ricco, racconta Gesù, aveva dato un raccolto abbondante. Come non vedere in questa immagine una rappresentazione della nostra società opulenta dei consumi e degli sprechi? Farò così, disse: demolirò i miei magazzini, ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il denaro e i miei beni, poi dirò a me stesso: anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni, riposati, mangia, bevi e divertiti. Ma Dio gli disse: stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita e quello che hai preparato di chi sarà?

La ricchezza non solo non risolve il problema del senso della vita, ma neppure quello del vivere. E' un falso appiglio che non da' alcuna sicurezza. Invano uno pensa di salvarsi dormendo su una montagna d'oro. L'ammonimento è di quelli che non tramontano mai. Dice Gesù: "Fate attenzione e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che possiede".
Credi di risolvere il problema della vita vincendo all'enalotto? Eh! La vita dipende da Dio! "Chi di voi per quanto si preoccupi può allungare di un'ora la sua vita?" chiede Gesù. Confidare nel denaro come se fosse un mezzo necessario per realizzarsi significa sostituirlo a Dio facendone un idolo. Il peccato è contro il primo comandamento, che bolla l'idolatria come la radice stessa del male. Nessuno ha pronunciato a questo riguardo parole più severe di quelle di Gesù, quando dice: "Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza!"

Il denaro non fa dell'uomo un signore, ma uno schiavo. Qualcuno potrebbe obiettare che sono insegnamenti sublimi ma irrealizzabili nella vita degli uomini. La tentazione del compromesso in nome del realismo ha sempre attraversato la storia della Chiesa, tuttavia l'esempio di Gesù si eleva così luminoso nella storia dell'umanità che non mancano mai uomini di ogni generazione che vi fanno ritorno. Il Figlio di Dio ha realizzato la rivoluzione più radicale, più incisiva nella storia dell'umanità senza disporre di ciò di cui gli uomini non possono fare a meno anche nelle imprese più nobili: Gesù ha salvato il mondo senza far uso del potere del denaro. Ha salvato il mondo senza neanche una moneta... Deposto nudo dalla croce, è stato collocato nel sepolcro donato da un benefattore. La più grande impresa della storia umana è stata compiuta da un nullatenente!

Quest'opera sublime è stata possibile perché la povertà di Gesù è assai più di una rinuncia, in realtà è una pienezza straripante. In Lui non vi è una fame di mondo da mortificare o da sradicare, ma una sazietà inesauribile da donare: Gesù straripava di ricchezza spirituale, "dalla sua pienezza tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia". La povertà di Gesù dunque manifesta la pienezza della sua divinità: Dio è la vera ricchezza dell'uomo e Gesù ne è la fonte inesauribile. [...continua...]

Per chi voglia ascoltare l'intera catechesi, la trova a questo link: http://www.radiomaria.it/archivio_audio/archivio_audio.php  (occorre però registrarsi a Radio Maria).

A chi interessa l'ultimo libro di P. Livio Fanzaga:


vai in libreria
 
Non trovi sia molto illuminante su alcuni aspetti della povertà e del nostro rapporto coi soldi?
E' da un po' di tempo che pensavo di scrivere un ebook dal titolo: Fare soldi non è peccato!
Perché la questione è molto semplice, non si può far finta che i soldi non esistano o non servano, ma bisogna prima fidarsi del Padre nostro celeste e delle parole del Figlio, metterli al primo posto, come pietra angolare della nostra vita, e poi con la pace, la forza e la libertà dello Spirito Santo condividere con gli altri tutto ciò che abbiamo e che ci viene donato . La chiave è tutta in questa  preziosissima parola: condividere, ripeto. E' questa la sola rivoluzione possibile.

E allora non possiamo che tornare alle domande dell'articolo precedente: che cosa vogliamo fare dei nostri soldi e dei nostri beni? Vogliamo pagare le rate della pay tv, del mega schermo piatto, del suv, dell'ipod-pad-phone e compagnia bella, del viaggio nel paradiso tropicale, delle sigarette, eccetera eccetera?
O vogliamo magari donare e condividere i nostri beni divenendo ad esempio un angelo dei rifugiati?

Proviamo a guardare questo video:



http://www.youtube.com/watch?v=mh7v68F6tz4&feature=player_embedded

Con soli 8 euro al mese, possiamo sostenere persone che nel mondo hanno perso tutto, che hanno bisogno di tutte le cure possibili, possiamo essere angeli dei rifugiati!
Vediamo cosa ne dice un comune amico:

Ero restio a scrivere questo messaggio, perché fino all’ultimo mi son detto: ”Non vorrei sembrare uno dei tanti personaggi noti che suggerisce alla gente un’associazione o un ente da aiutare”.
Siamo bombardati da messaggi di questo genere, poi scoppia qualche scandalo e la gente perde fiducia, e pensa magari di aver fatto male a fidarsi. E’giusto, posso capire.
E poi, per me, c’è sempre un problema di ordine morale. Perché mai aiutare un’organizzazione
piuttosto che un'altra?

Alla fine ho capito perché ho scelto di sposare questa causa e andare oltre le mie titubanze, le mie paure e dubbi.
Già nel passato avevo avuto modo di collaborare con UNHCR e avevo potuto constatare di persona quanto lo staff di questa organizzazione fosse motivato e entusiasta di quello che fa. Persone che lavorano per un ideale, per un sogno, per una possibilità. Tanto mi era piaciuto il loro operato che promisi sin da allora di fare ancora qualcosa per loro quando me lo avessero chiesto.

Ed eccomi qua.

Il mio compito?
Suggerirvi di condividere con me questo loro sogno, possibile. “Ridare dignità ad esseri umani che la dignità non l’hanno mai avuta”. O, chi fortunato tra loro, l’avesse avuta anche solo per un soffio di tempo della vita, ha fatto in fretta a perderla nel cammino.
Tutti sappiamo, perché lo leggiamo dai giornali o lo ascoltiamo in TV, quanto sia terribile essere malati, o non avere denaro per curarsi. Tutti sappiamo cosa significhi essere devastati da uno tsunami o da un terremoto, e quanto sia duro essere vittime della mafia o della droga.

Ho scoperto invece che siamo in pochi a conoscere la devastante situazione dei RIFUGIATI.

34 milioni di persone nel mondo senza nome, identità, volto, casa, diritti, futuro, possibilità.
Persone in fuga, continuamente per via di guerre nel loro paese o gravi conflitti politici.
Non continuo dicendo cosa significhi, e le situazioni che ne derivano. Aggiungo solo che per molti di loro l’unica speranza è la morte. Spesso le loro sofferenze vanno oltre la sopportazione dell’ essere umano.

L’ UNHCR, ben 2 volte Premio Nobel per la pace, cerca e riesce spesso ad offrire a queste persone un’alternativa alla morte. Cibo, coperte, accoglienza, cure, solidarietà umana, aiuti concreti per persone che non hanno più una vita sopportabile. Vivere ma non esistere.

Con il nostro contributo permettiamo all’ UNHCR di poter raccogliere fondi perché questo aiuto si concretizzi. Non aggiungo niente altro, solo di unirvi a me.
Il mio e il vostro contributo per salvare persone invisibili ai più. Persone a cui vorremmo dare la dignità perduta. Grazie di cuore,
Per saperne di più: