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D’improvviso lo avvolse una luce dal cielo (At 9,3)

sabato 17 settembre 2016

La storia di Katja Giammona


"Ho visto l'Inferno e la mia vita è cambiata"

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Nata a Wolfsburg (Germania) l’11 luglio del 1975 in una famiglia italiana di Testimoni di Geova, Katja all’inizio dell’adolescenza – grazie all’amicizia con una ragazza cattolica e alla guida di un pastore protestante – sentì il desiderio di perfezionare il suo battesimo entrando nella Chiesa Cattolica.

In realtà per qualche tempo, come molti ragazzi, visse una vita doppia senza neanche rendersene pienamente conto: “Io ero una peccatrice che neanche si rendeva conto di esserlo. Perché il mondo ti ripete che non esistono peccati...” Katja, pur dichiarandosi ufficialmente cattolica “sulla carta”, conviveva con un ragazzo, con il quale ebbe anche una figlia, e cercò di realizzare il suo sogno di successo nel mondo dello spettacolo, diventando un'attrice di qualche notorietà: "mi trovai a fare una vita che per me era una festa. Ogni notte quando potevo mi trovavo alla P1, una discoteca di Monaco di Baviera 
dove la gente famosa andava a divertirsi".

Ancora oggi si legge su Wikipedia: "Katja Giammona è un'attrice tedesca di origine italiana, attiva in televisione e nel cinema dalla seconda metà degli anni novanta. Tra i suoi ruoli più noti figura quello di Pia Lombardi, nella serie televisiva Il nostro amico Charly"

Ma la sua carriera fu definitivamente interrotta 
nel febbraio del 2002, perché, come spiega lei stessa:
 “Cristo mi voleva sua, e che vivessi e lavorassi solo per Lui”.
 Mentre si trovava a Berlino per il Festival Internazionale del Cinema, avvenne qualcosa che le cambiò radicalmente la vita. Rientrata in casa di alcuni amici, andando a letto si sentì male, 
senza sapere perché: 

"di colpo mi sono ritrovata in una stanza buia. Era nera e non aveva pareti... sembrava larga perché io nelle fiamme correvo per cercarne l'uscita. Le fiamme si alzavano da terra, erano gialle, arancioni 
e andavano verso l'alto..." 

"Lì tra le fiamme mi apparve una persona giovane che non so se era uomo o donna, con un viso bello e capelli neri lisci, corti a caschetto... Questo essere mi rideva in faccia mentre io cercavo di fuggire. Io corsi via, ma lui rimase dietro di me nelle fiamme tutto calmo, senza temere che potessi sfuggirgli, e gridava: «Corri, corri, che tanto di qui non uscirai! Vedi che non c'è uscita, puoi correre quanto vuoi...» 
Intanto io bruciavo, sentivo il dolore del bruciare, ma non fisicamente, il corpo non bruciava, rimaneva intatto. Non dimenticherò mai la sofferenza atroce che provavo". 

Poi quell'essere demoniaco le disse: "Adesso che i tuoi polmoni stanno esalando l'ultimo respiro e il tuo cuore cessa di battere, 
è qui che ti ritrovi, qui per sempre". Allora Katja capì che si trovava in punto di morte o che forse era già morta. Era un posto dove non si poteva riflettere, tanta era la sofferenza e il panico, ma dove "certamente si acquisiva di colpo consapevolezza di sé, in modo drammatico e durissimo".

A un certo punto, continuando a correre, vide il salotto della casa dei suoi genitori, e sua madre che si svegliava alle tre di notte per pregare. Tentò di gridare, le chiese di pregare per lei, ma la madre non poteva vederla né sentirla. Sua madre si era convertita anche lei al cattolicesimo ed era divenuta un'anima di preghiera quando Katja aveva avuto una gravidanza difficile, e faceva penitenze e digiuni per la sua conversione. A Katja davano fastidio tutte quelle preghiere, la vedeva come una fanatica bigotta, la facevano sentire in colpa e temeva le portassero sfortuna, perciò un tempo le aveva chiesto di smettere di pregare per lei. E ora che la supplicava non poteva sentirla e continuava con le sue preghiere a santa Brigida:

"quella notte tutto si ribaltò e lì nelle fiamme non facevo altro, disperatamente, che chiedere con umiltà a mia madre 
di pregare per me!... E capii che il tempo può finire anche all'improvviso, la vita sulla terra passa e noi non cessiamo di esistere. La vita continua nell'Aldilà. O in un luogo bello e felice oppure in un luogo tenebroso e doloroso..."

Alla fine sua madre pregò comunque per lei come faceva sempre con devozione e amore materno. Katja però aveva compreso che “questa è una vera punizione: non avere nessuno che prega per te”.
Allora tornò in sé e si ritrovò sul letto, immobile, pallida, fredda, con le labbra “leggermente azzurre”, stretta nel suo corpo, cercava di parlare ma non riusciva. I suoi amici erano lì, spaventati perché da ore non si svegliava nonostante dei muratori che lavoravano nella sua stanza e stavano per chiamare un'ambulanza. Poi di colpo aprì la bocca e diede un respiro. Un’esperienza simile a quelle di pre-morte, tipica di chi si risveglia dal coma. 

Katja Giammona © katja-giammona.de

Da quella notte la vita di Katja cambiò direzione. Diede fine ad una relazione affettiva adulterina e dopo un paio di mesi si recò in pellegrinaggio a Medjugorje, dove decise di consacrare la sua vita al servizio di Dio e di vivere ritirata in preghiera con Cristo per non perdere mai la sua presenza. Oggi è un'eremita post-moderna e si chiama sorella Benedicta:

"Gesù mi fece alzare lo sguardo verso il cielo e mi disse chi sono le vere star! Star significa stella, Lui mi disse che le vere stelle non sono i famosi attori che hanno vinto un Oscar, ma i santi. Sono i cristiani che amano Gesù e lo seguono sulla via della croce! Anche se nascosti agli occhi della gente e del mondo, essi non sono nascosti a Dio e al Cielo. Loro sono le stelle che luccicano nel cielo..."

Tratto da Antonio Socci, "Avventurieri dell'eterno", Rizzoli
Cfr. http://it.aleteia.org/2015/09/08/katja-giammona-dal-grande-schermo-al-piccolo-eremo-passando-per-linferno/

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