san Paolo

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D’improvviso lo avvolse una luce dal cielo (At 9,3)

sabato 13 ottobre 2012

Catechesi del Cammino Neocatecumenale

Parrocchia di San Bernardo a Centocelle

"Ecco: sto alla porta e busso. 
Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, 
io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me". 
(Ap 3,20)




24 anni fa, prima di incontrare la Chiesa Cattolica
attraverso le catechesi del Cammino Neocatecumenale
ero finito in una specie di vicolo cieco
Era il 1988 e avevo 17 anni.

Da un po’ di tempo ero come disorientato e depresso
perché non avevo strumenti per reagire 
alla crisi dei miei genitori,  
della società che mi circondava 
e di quella mia personale
tanto che spesso non vedevo più alcun senso nella mia vita.  
Ero diventato come una specie di Zombie
un “dead man walking”, 
perché mi sentivo morto dentro 
e mi lasciavo vivere andando alla deriva: 
se non fosse intervenuto Cristo, 
avrei fatto prima o poi una brutta fine, 
sarei stato forse un barbone o un suicida.

Mi portavo dietro le conseguenze di ferite che nessuno aveva mai medicato 
e che neppure io vedevo né capivo bene, 
come il rifiuto e il bullismo che avevo subìto 
dapprima dai nuovi compagni della scuola elementare 
e poi qualche anno dopo da mio fratello maggiore 
con la cerchia dei nostri amici sotto casa, 
il senso di abbandono e di incomprensione da parte dei miei genitori 
e la tremenda vergogna e l'oscuro senso di colpa 
per la schiavitù compulsiva della masturbazione e della pornografia.

Perciò mi disprezzavo terribilmente, 
non mi sentivo per niente stimato dagli altri 
ed ero molto chiuso in me stesso: 
non vedevo la mia bellezza come opera di Dio, 
il fatto che sono prezioso ai suoi occhi,
la possibilità di fare qualcosa di buono nella mia vita
ero un complessato, mi sentivo incapace e inferiore agli altri.
Inoltre non riuscivo più a studiare 
e stavo andando incontro a una bocciatura,
per non parlare del fatto che non avevo ancora una ragazza 
alla veneranda età di 17 anni, 
che non ero capace di relazionarmi con il sesso femminile 
e non dico che ero vergine, ma non ne avevo neppure mai baciata una!!!
 Così un brutto giorno tentai il suicidio, come si dice. 

Non sapevo quel che facevo.
Presi tranquillanti e medicine che trovai nell'armadietto di casa
e mi sdraiai sul letto con il mio idolatrato Sting nelle orecchie,
aspettando l'ora fatale in cui tutto sarebbe finito per sempre.
Ma ciò non successe.
Sentii solo una specie di bagliore interno,
una sorta di ebbrezza, poi più nulla!
Non riuscivo neppure a suicidarmi, era un altro fallimento...
Mi fruttò solo una brutta intossicazione 
per cui per un mese andai in bagno ogni cinque minuti.
Non ne feci parola con nessuno e andai avanti come potevo.

Poco tempo dopo, un mio compagno di scuola, Stefano Persico, 
senza sapere nulla di quanto appena detto,
mi ha invitato alle catechesi iniziali del Cammino Neocatecumenale
nella parrocchia dell'Ascensione a Quarticciolo.

Ricordo che ho accettato senza neanche discutere o pensarci tanto, 
perché non avevo proprio più niente da perdere, 
e mi hanno subito colpito la schiettezza e la sapienza straordinaria 
di quei quattro poveracci mezzi borgatari come me,
  che avevano il potere di parlare al mio cuore, 
di far luce sul perché delle mie ferite
senza giudicarmi o chiedermi qualcosa in cambio, 
di farmi capire profondamente certi aspetti della mia storia 
e anche della Storia in generale, 
col mio stesso linguaggio di tutti i giorni, col dialetto della strada… 

In quella situazione mi ha salvato già 
il semplice fatto di far parte di una comunità di fratelli
cioè la possibilità di relazionarmi con gli altri, 
di aprirmi in qualche modo e di uscire finalmente da me stesso
di vedere che anche gli altri vivevano grandi sofferenze e problemi, 
di potermi pian piano sempre più esporre senza sentirmi giudicato
col mio carico di debolezze, fallimenti e sensi di colpa. 
Ma soprattutto mi toccò profondamente il cuore 
e mi diede una luce nuova per la mia vita 
l’immagine della "Kenosis" di Gesù
cioè il suo "svuotamento", la sua "spoliazione": 
l’umiltà e la povertà di Dio erano per me una notizia impressionante 
che davvero ha rivoluzionato il mio modo di pensare e di guardare alla realtà. 
Il fatto che Cristo stesso fosse “disprezzato e rifiuto degli uomini 
è stato come un balsamo, una medicina 
per le profonde ferite del mio orgoglio 
ed era come se i rifiuti, gli abbandoni e i fallimenti che avevo vissuto 
mi avessero in qualche modo preparato, 
avvicinato e unito profondamente al Figlio di Dio, 
mi avessero arato e seminato perché potessi vivere quell’incontro con Lui. 
Il mistero pasquale era una risposta meravigliosa 
e al tempo stresso molto concreta alla mia domanda di senso, 
mentre l’annuncio del fatto che era possibile 
passare attraverso la via della sofferenza e dell’umiliazione
e che anzi proprio tutto quello che avevo sempre cercato di fuggire 
era la via della salvezza che Cristo stesso aveva percorso 
per giungere alla sua gloria
mi diedero una forza e una speranza nuove 
e la chiave per ricominciare a vivere la mia vita.
Posso testimoniare che da allora 
Cristo è sempre stato fedele alle sue promesse
e si è preso cura di me con una pazienza e un amore infinito,
mi ha educato e mi ha riempito di grazie che mai avrei immaginato,
mi ha fatto gustare la pienezza della gioia,
mi ha dato una famiglia e una comunità di fratelli,
ha spezzato le catene della mia depressione 
e ha vinto la mia chiusura.
Per cui non posso che invitarvi
 a venire e vedere,
per sperimentare personalmente
quanto è buono il Signore.



Kiko Arguello racconta la sua esperienza
La natura del Cammino Neocatecumenale 
viene definita da S.S. Giovanni Paolo II quando scrive: 
"Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni"
Nella Chiesa primitiva, quando il mondo era pagano, chi voleva farsi cristiano doveva iniziare un «catecumenato», che era un itinerario di formazione per prepararsi al Battesimo. 

Oggi il processo di secolarizzazione ha portato tanta gente ad abbandonare la fede e la Chiesa: per questo è necessario un itinerario di formazione al cristianesimo.

Il Cammino Neocatecumenale non è un movimento o un'associazione, ma uno strumento nelle parrocchie al servizio dei Vescovi per riportare alla fede tanta gente che l'ha abbandonata. 

Iniziato negli anni '60 in uno dei sobborghi più poveri di Madrid da Kiko Argúello e da Carmen Hernandez, venne promosso dall'allora Arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo, che constatò in quel primo gruppo una vera riscoperta della Parola di Dio ed un'attuazione pratica del rinnovamento liturgico promosso proprio in quegli anni dal Concilio. 

Vista la positiva esperienza nelle parrocchie di Madrid e di Roma, nel 1974 la Congregazione per il Culto Divino indicò il nome di Cammino Neocatecumenale per questa esperienza.

Si tratta di un cammino di conversione 
attraverso il quale si possono riscoprire le ricchezze del Battesimo.

Il Cammino si è diffuso in più di 900 Diocesi di 105 Nazioni, con oltre 20 mila comunità in 6.000 parrocchie.

Nel 1987 è stato aperto a Roma il Seminario missionario internazionale «Redemptoris Mater» che ospita giovani che hanno maturato la loro vocazione in una comunità neocatecumenale e che si rendono disponibili ad andare in tutto il mondo. Successivamente molti Vescovi hanno seguito l'esperienza di Roma e oggi nel mondo vi sono più di 70 seminari diocesani missionari «Redemptoris Mater» dove si stanno formando più di mille seminaristi. 

Di recente, in risposta all'appello del Papa Giovanni Paolo II per la nuova evangelizzazione, molte famiglie che hanno percorso il Cammino si sono offerte per aiutare la missione della Chiesa andando a vivere nelle zone più secolarizzate e scristianizzate del mondo, preparando la nascita di nuove parrocchie missionarie.


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