san Paolo

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D’improvviso lo avvolse una luce dal cielo (At 9,3)

lunedì 15 ottobre 2012

Il giovane ricco

La vita eterna e il dono



Mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro 
e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: 
«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?»
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 
Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, 
non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». 

Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: 
«Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, 
e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; 
possedeva infatti molti beni.

Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: 
«Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 
I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; 
ma Gesù riprese e disse loro: 
«Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, 
che un ricco entri nel regno di Dio». 
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?».
Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: 
«Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato 
casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi 
per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, 
in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, 
insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà» 
Marco 10,17-30


Commento di don Fabio Rosini
(trascrizione mia) 
Questa è la Parola che la Chiesa ci ha dato in questa domenica 14 ottobre 2012
per poter illuminare la nostra vita.
Questo dramma, questa sfida, questo trauma 
di un ragazzo che chiede di avere la vita piena,
che entra in un dialogo con Gesù Cristo e ne uscirà male, per così dire, 
ne uscirà triste, non avrà un buon esito,
è un dramma con cui ci dobbiamo confrontare tutti.  
Il commento finale di Gesù e la reazione costernata dei discepoli
evidenziano questo fatto: i discepoli hanno compreso infatti che 
non c'è nessuno che si salva se ha ricchezze, 
non c'è nessuno che possa essere salvato!
Qui si tratta proprio della salvezza
non è possibile la salvezza senza passare per questa Parola. 


Ecco la chiave per entrare in questa realtà:
è possibile entrare nel regno di Dio con dei beni? No.  
E' proprio impossibile, ma è impossibile fisicamente,
perché il regno di Dio è oltre una soglia 
che da ultimo è la morte.
Oltre quella soglia non si passa con niente,
non si porta niente nel regno dei cieli.

Ma questo si vive già in questa vita,
già in questa vita noi sperimentiamo che per entrare nella vita
da figli di Dio, dobbiamo lasciare quello che ci prende il cuore, 
che ci afferra, che ci incatena su questa terra.

Ma non è una questione di alcuni che sono talmente speciali
che vengono chiamati a una vita straordinaria,
alla vita della consacrazione: non si entra in un matrimonio
se uno non lascia la vita vecchia, non si entra in una 
vera amicizia se uno non lascia il possesso che è estraneo
alla vera amicizia.

Possiamo pensare ad esempio a San Francesco, il quale diceva che
non è che da una parte c'è l'amore e dall'altra parte, 
come suo contrario c'è l'odio, no! Da una parte c'è l'amore
e dall'altra parte il suo contrario è il possesso.  
Perché l'amore è il dono, non è possibile amare e tenersi qualcosa.
Amare veramente e tenere per se qualcosa è impossibile,
non si può fare

Come può fare un uomo ad amare una donna per tutta la vita
se non gli dà tutto ciò che è e tutto ciò che ha, se non è per lei,
se non è in funzione della donna che ama?

Come fa un uomo ad essere un buon padre
se non si gioca tutto per il suo ruolo paterno,
se non sa mettere tutto seccondo al suo ruolo paterno?

In effetti, in ogni relazione capiamo abbastanza velocemente
qual'è la priorità: possiamo avere una relazione di possesso, strumentale,
dove mi avvicino all'altro in fondo per avere qualche cosa,
oppure mi avvicino all'altro per avvicinarmi all'altro

Infatti questo tale, cui Gesù fa la sua proposta, 
comincia con un problema di possesso: avere la vita eterna  
Questo uomo pensa di avere sempre qualcosa, è come tutti noi:
siamo poveri, minacciati, fragili e la nostra prima tendenza,
il nostro orientamento naturale è pensare che 
attraverso il possesso di qualche cosa 
risolveremo la nostra profonda incertezza, la nostra profonda insicurezza.
E è arrivare ad avere qualcosa che ci permette 
di garantirci vivi, darci per sicuri.
       


E questo è il nostro inganno!
Perché noi siamo invece solamente quando stiamo insieme agli altri,    
noi siamo solamente quando amiamo qualcuno, 
quando siamo in relazione, altrimenti possiamo anche stare 
in mezzo a tante persone - infatti il dramma di quest'uomo
sarà questo: lui ha obbedito a tutti i comandamenti,
ma non ha la vita eterna, per questo la chiede in ginocchio,
perché pur avendo fatto tutto quel che doveva fare, 
non è entrato veramente in relazione con nessuno,
non ha avuto soprattutto una relazione con l'Unico 
con cui bisogna veramente avere una relazione 
e quindi da questo partiranno tutte le altre relazioni in una maniera splendida.

Infatti Gesù gli propone un'altra strada:
anziché avere, dare.
Ma il problema non è semplicemente dare:
"se vuoi avere la vita eterna, dai tutto quello che hai"...
E' molto più importante che questa è solo una premessa:
"vieni e seguimi!" SEGUI ME.
Come potremmo noi avere il Signore Gesù Cristo
se gli mettiamo prima qualcos'altro?
Come potremmo essere dietro a Lui,
se dobbiamo andare pure dietro a qualcun'altro?

Ci sono molte cose che sembrano dare quello che Cristo dà.
Molti idoli di questo mondo sembrano fornire quella cosa che stiamo cercando,
ma solo Gesù Cristo la dà, perché è l'unico che ha l'eternità,
l'unico che ha vinto il nulla, l'unico che ha sfondato il muro della morte,
l'unico che ci può dare la pienezza, l'unico con cui possiamo entrare in relazione
vincendo tutte le nostre paure.
Ma non possiamo seguire altre cose!

Questo problema della ricchezza e del possesso
è un problema quotidiano di tutti noi,
perché ogni giorno, anche se abbiamo fatto mille volte la scelta giusta
di seguire il Signore Gesù Cristo, l'abbiamo fatta bene
e abbiamo tanti risultati, tanta gratitudine nel cuore e tanti riscontri,
anche se siamo nelle vette dell'avventura cristiana,
ogni giorno rimettere Dio al centro implica una perdita,
implica uno spossesso necessario, implica un lasciare
non qualcosa, ma tutto, il che passa prima di tutto
per la relazione con le cose, che è la cosa più facile,
perché lasciare le cose in fin dei conti è facile:
è lasciare i progetti e le affezioni che è molto più difficile e complicato.




In realtà la strada che Gesù propone a quest'uomo
comincia col lasciare le cose che è facile lasciare 
perché sono oggettive: le prendi, le vendi, le dai, l'hai fatto,
anche se il tuo cuore deve maturare, anche se la tua vita interiore 
deve ancora essere addestrata molto più seriamente:
poi comincerà il tuo seguirmi, prima di tutto stacca da qualche cosa.

La cosa non è tanto difficile, è proprio impossibile,
lasciare tutto per seguire il Signore Gesù Cristo 
è impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio,
perché tutto è possibile presso Dio.
Infatti Pietro, sorpreso, dirà: ma noi l'abbiamo fatto!
Infatti l'abbiamo fatto... Stando con te lo abbiamo fatto,
abbiamo lasciato tutto, perché è vero: 
ci sono cose che non possiamo fare da soli.

Nessuno vuol lasciare divertimenti, comodità, beni,
finché non scopre che può stare con Dio
per vivere questa libertà deve  stare presso Dio,
a partire dal fatto che noi cominciamo ad aprire il cuore
e a dialogare con lui, a stare con lui,
infatti Gesù lo amò a questo ragazzo, cioè stabilì una relazione con lui,
senza di ché lasciare i beni per obbedire a un codice, 
a dei comandi, a delle cose che dobbiamo farle perché sì,
sarebbe una porcheria inaccettabile che non ci porterebbe da nessuna parte.




Il problema vero è avere un rapporto con il Signorre Gesù Cristo,
perché Lui è cento volte tanto, tutto ciò che lascerai
sarà sempre niente a confronto di quello che Lui ti darà,
e che è la qualità della vita, perché con lui tutto diventa il centuplo,
con Lui hai tutto, perché tutto è in una relazione luminosa.

E' chiaro che è brutto, triste, fa male  lasciare le cose,
ma è molto peggio lasciare e perdere il nostro Signore Gesù Cristo!  

 

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