san Paolo

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D’improvviso lo avvolse una luce dal cielo (At 9,3)

venerdì 1 ottobre 2010

I Padri della Chiesa sulla misericordia

Dio ha dato suo Figlio,
ma tu non dai neppure un pane a chi per te fu consegnato e ucciso. Il Padre non l'ha risparmiato per te , pur essendo egli suo Figlio; tu invece disprezzi lui che soffre la fame , mentre comperi ciò che è suo, e lo fai per te.

Che cosa può essere peggiore di questa malvagità?

E' stato consegnato per te, ucciso per te, va in giro affamato per te, e tu dai cose che sono sue per ricavartene guadagno, ma questo non è certo un dare. Non sono forse più insensibili delle pietre costoro che, trascinati da tante cose, rimangono così diabolicamente disumani?


A lui non bastò subire la croce e la morte,
ma volle diventare anche povero e pellegrino, errabondo e nudo, essere gettato in carcere e soffrire infermità per attrarre te almeno così.

Se non vuoi ricambiarmi come uno che ha patito per te, abbi almeno pietà di me per la povertà. Se non vuoi sentire pietà per la povertà, piegati almeno davanti alla malattia e al carcere. Se neppure tutto questo ti porta a sentimenti di umanità, accondiscendi almeno per l'esiguità della richiesta: non ti domando nulla di dispendioso, ma un pane, un tetto, una parola di conforto.


Se poi resti ancora insensibile, diventa migliore almeno per il regno dei cieli, almeno per i premi che ho promesso. O forse non tieni alcun conto nemmeno di tutto questo?

Piegati almeno per impulso naturale vedendo un nudo e ricordati della mia nudità sulla croce, che ho sofferto per te. Se non vuoi commuoverti di quella, commuoviti almeno di questa per cui sono povero e nudo nel tuo prossimo.

Fui in carcere allora per te e lo sono ancora per te nel tuo prossimo perché tu, mosso dall'una e dall'altra considerazione, voglia concedermi un po' di compassione. Fui digiuno per te e di nuovo soffro la fame per te. Ho avuto sete mentre pendevo in croce, ora soffro la sete nella persona dei poveri.

 Potessi attrarti a me per l'uno o l'altro di questi motivi e con questo renderti più pietoso per la tua salvezza!

Perciò, dopo averti circondato di tanti benefici, permettimi di pregarti del contraccambio. Non lo esigo da te trattandoti da mio debitore. Ti voglio invece premiare considerandoti un donatore. E per le poche cose che tu mi darai ti regalerò un regno.

Non dico: "Fa cessare la mia povertà"; e neppure: "Dammi delle ricchezze", benché io sia povero per amor tuo, ma domando soltanto un pane, una veste e, nella fame, un po' di conforto.

Se sono stato gettato in carcere non ti obbligo a sciogliermi dalle catene e a farmi evadere, ma una cosa sola ti domando: che tu sappia che io sono carcerato per te; questo favore sarà abbastanza per me e per esso ti do il cielo. Benché io ti abbia sciolto da pesantissime catene, per me sarà sufficiente se vorrai visitarmi carcerato.

Potrei certo darti la corona anche senza questo, ma voglio esserti debitore, perché speri il premio con maggiore fiducia.

San Giovanni Crisostomo ("Omelie sulla lettera ai Romani")


Per conoscere i Padri della Chiesa:

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 “Una manciata di piccole perle che ognuno infilerà da solo nel filo della sua vita personale”, così il cardinale Spidlik, nota personalità della Chiesa mondiale, definisce questo suo libro in cui riflette sugli aspetti fondamentali della vita cristiana prendendo spunto dai Padri della Chiesa.


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Il disegno di Dio che si realizza attraverso Cristo nella Chiesa, trova nella predicazione dei Padri una strada maestra. Le sue dimensioni dottrinali, morali e simboliche vengono in tal caso riprodotte come un percorso pedagogico e didattico. Da San Cirillo di Gerusalemme fino a San Paolino di Nola; da San Basilio a San Gregorio di Nazianzo a San Giovanni Crisostomo e San Cirillo di Alessandria. E ancora, Ilario di Poitiers, Eusebio di Vercelli, Sant'Ambrogio, San Massimo di Torino, San Girolamo, Afraate, Sant'Efrem, San Cromazio. Tutti Maestri di luce e di speranza ripresentati da queste Catechesi di Benedetto XVI.





La storia degli Amici di Lazzaro
Amicizia, servizio e preghiera con i poveri.
Il primo gruppo.... Siamo nati nel 1997, quando seguendo l'esempio di un gesuita francese, P.JeanPaul Hernandez,
abbiamo iniziato ad andare ogni settimana nella più grande stazione torinese, Porta Nuova.
Eravamo un gruppo di 5-6 ragazzi tra i 20 e i 30 anni. Ci sedevamo nell'atrio centrale e invitavamo alcuni amici senzacasa a fare altrettanto.
Con qualche canto ed una preghiera animavamo la serata, nacquero delle amicizie molto semplici  e ci affezionammo ai nostri amici di PortaNuova.
Il gruppo si ingrandì e capimmo che l'esigenza più grande non era quella materiale. Intorno alla stazione esistevano già molti servizi per i senzacasa: mense, dormitori, docce pubbliche, caritas e s.vincenzo, ecc.  Ma la cosa particolare cui ci sentimmo chiamati a rispondere era l'amicizia, l'ascolto,
l'incontro a chi è in situazioni di disagio. In poche parole ad essere amici dei poveri.

La crescita... Aumentando di numero, decidemmo di moltiplicare le uscite: due volte la settimana di sera, la domenica mattina a far colazione in stazione,
un paio di gruppi che visitavano gli amici andandoli a trovare nei dormitori.Alcuni di noi si portarono a casa dei senzacasa e li accudirono, altri li invitavano a pranzo la domenica.

I primi contatti con il mondo dello sfruttamento... In stazione incontravamo molte ragazze nigeriane che prendevano il treno per andarsi a prostituire in altre città del Piemonte o della Lombardia. Alcuni di noi iniziarono ad incontrarle insieme ad altri gruppi di volontariato per fare esperienza.
Ben presto, nacquero vari gruppi per incontrare in Torino e provincia le ragazze vittime della tratta.

Dalle amicizie, il servizio. Dal servizio, amicizie semplici... Dalle prime ragazze che uscirono dalla strada (ora sono ormai oltre 100) arrivarono richieste come quello di imparare l'italiano o di aiutare i bambini a fare i compiti, animare domeniche di svago con amici ed amiche che non avevano i mezzi per andare fuori città.

Quello che ad oggi accumuna i 10 gruppi dell'associazione è l'obiettivo di far fare a giovani sotto i 30 anni esperienze di servizio, amicizia e preghiera con i poveri.  Esperienze che poi potranno essere messe a frutto nelle proprie comunità di provenienza (parrocchie, associazioni, movimenti) o semplicemente nella vita quotidiana.


La proposta degli Amici di Lazzaro
Essere Amici di Lazzaro, è qualcosa di più del semplice volontariato, perché è un cammino che si può riassumere in tre parole: amicizia, preghiera e servizio ai poveri, i piccoli, i semplici. Un amore ricevuto da Dio e che vorremmo ricambiare e portare a chi non è amato o non si sente amato.
Collaborano con noi anche alcuni non credenti che però condividono gli ideali che perseguiamo.

L'ideale che ci spinge è il desiderio di andare incontro a tutte quelle persone che vivono situazioni di sofferenza ed emarginazione. Da questo amore agli ultimi viene il nome Amici di Lazzaro,  Lazzaro è il povero citato da Gesù nei Vangeli che muore di fronte alla casa del ricco, ed è anche un personaggio reale: l'amico di Gesù che viene riportato in vita.

I bisogni intorno a noi sono immensi: necessità materiali, umane e spirituali, ma casa e lavoro, istruzione e diritti, non bastano per rendere le persone felici. Sono l'amore, l'amicizia, l'ascolto e la fede che condividiamo che portano pace e gioia. I poveri ci insegnano tanto e molte volte siamo noi a dover dire grazie a loro per quello che riceviamo, è uno scambio alla pari, da amici. Dalle tante amicizie sono nate alcune semplici iniziative in aiuto alle situazioni più diverse, dai senzacasa alle vittime della prostituzione, dai bambini di strada in Romania ai bambini ospiti in comunità in Italia, dal doposcuola a bambini in difficoltà alle lezioni di italiano per donne straniere, dai giornalini e catechesi in varie lingue alla World's Prayer che ogni mese raduna giovani di varie nazioni del mondo con canti e preghiere in varie lingue. Senza dimenticare i progetti all'estero. Amicizia, servizio e preghiera con i poveri.



AMICI DI LAZZARO, CONTRO LA TRATTAdal 2000 oltre 300 ragazze hanno ottenuto aiuto dall'associazione per liberarsi dallo sfruttamento della prostituzione.
L'associazione incontra in strada le vittime della tratta (almeno 600 ogni anno). Nel 2009-2010 oltre 70 ragazze hanno lasciato la strada.
Sostieni la lotta alla tratta e allo sfruttamento con il progetto 50x100 (100 benefattori che diano 50 euro all'anno
"Amici di Lazzaro"  C/C postale  27608157
    
IBAN: 
IT 98 P 07601  01000  0000 27608157

La preghiera degli Amici di Lazzaro

Padre Mio,attraverso tuo figlio Gesù,
io mi abbandono a te,
Fa di me ciò che Ti piace;
Ti dono, mio Dio, la mia anima
con tutto l'amore del mio cuore.
Ti prometto e ti chiedo per me,
per i giovani e per il mondo intero,
di farmi amico dei poveri,
di servire i poveri,
di pregare con i poveri.
Mandami lo Spirito Santo
per essere creativo nell’annuncio

del Vangelo della Vita.
Dammi amore per ogni Lazzaro
"che muore davanti al ricco".
Dammi amore per ogni Lazzaro
"da far risorgere".
Per vivere  pienamente il mio Battesimo
a servizio della Chiesa,
mi affido alle preghiere degli amici,
al sostegno di Charles de Foucauld,
San Francesco Saverio
e all’intercessione di Tua Madre Maria.

Amen


Vuoi sostenere questi nostri cari amici o imparare il volontariato con loro (se sei di Torino)?







Materiale tratto dal sito ufficiale degli amici: http://www.amicidilazzaro.it/

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