san Paolo

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D’improvviso lo avvolse una luce dal cielo (At 9,3)

martedì 10 febbraio 2015

La storia di Cosimo Fragomeni


Fratel Cosimo

Cosimo Fragomeni nasce a Placanica, paese dell’entroterra jonico reggino, in una casetta modesta nella borgata di ‘Santa Domenica’, il 27 gennaio 1950, primogenito di due figli dei coniugi Ilario Fragomeni e Maria Mazzà, gente umile, impegnata a coltivare la terra, ma serena e fiduciosa nell’aiuto della Provvidenza.
Piccola frazione del comune di Placanica, Santa Domenica all’epoca era raggiungibile a piedi o a dorso di un asino, attraverso una mulattiera. Si trattava di un’anonima borgata ‘ferita’ dall’esodo di massa che aveva strappato e portato via migliaia di giovani calabresi costretti ad abbandonare affetti e fazzoletti di terra, in cerca di lavoro e di dignità. La gente rimasta aveva reagito alla fatica di vivere  con orgoglio e determinazione, necessarie per condurre una esistenza di stenti, e con un forte radicamento alla fede, che si traduceva in una diffusa solidarietà. 
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Fu in questa famiglia, dove regnavano il vicendevole rispetto e la pace, che il piccolo Cosimo trovò le profonde radici cristiane che alimentarono nelle pieghe più intime della sua anima un precoce anelito alla santità e la vocazione alla pietà cristiana. L’infanzia del piccolo Cosimo trascorse in serena semplicità, mentre la madre, donna pia e umile, che lo educò alla fede e alle virtù cristiane, non tardò a capire che il suo non era un bambino come gli altri. Pur avendo conosciuto assai presto la durezza della vita, Cosimo era un bambino ubbidiente e buono, che condivideva volentieri la fatica e il lavoro dei suoi cari, aiutando il padre ad accudire il gregge tra radure e campagne solcate da sentieri pietrosi levigati dalla pioggia e bruciati dal sole e dove, nella quiete solenne della natura, incominciò a pregare e a meditare. Uno gli aspetti più sorprendenti dei suoi primissimi anni fu, infatti, l’intimità speciale che ebbe con la  Madre di Dio e la precocità con cui corrispose alla grazia: tante le circostanze straordinarie e prodigiose che scandirono la sua verde età, fatti misteriosi che costituiranno chiare indicazioni del suo santo e luminoso avvenire.
Man mano che cresceva in grazia confortato com’era dall’esempio delle virtù dei genitori, Cosimo sembrava già bramare un’ideale di vita ascetica. Un’anima tesa verso l’alto che già vibrava di una speciale intima passione spirituale. Esperienze mistiche riportate fedelmente e dettagliatamente in una trentina di lettere, in alcune delle quali Cosimo racconta delle apparizioni della Vergine Immacolata, avvenute, dall’11 al 14 maggio 1968, all’imbrunire, mentre si accingeva a rientrare a casa dopo una giornata di duro lavoro nei campi, su un enorme masso coperto da cespugli e rovi divenuto, da allora, ‘Lo Scoglio delle apparizioni’, oggi meta incessante di pellegrinaggi. Una esperienza straordinaria che infiammò d’amore il cuore del giovane, all’epoca diciottenne, che accogliendo nella fede le indicazioni che la Madonna gli affidò attraverso quattro messaggi rivolti all’intera umanità, diede inizio ad una straordinaria opera di evangelizzazione per la salvezza dei peccatori. Una epifania di grazia, che trasformò l’umile contadino in un testimone della carità cristiana, capace di parlare al cuore della gente.
Un esercizio costante alla santità che Cosimo, soprattutto la sera, continua nella sua stanzetta fredda e umida (che minerà il suo giovane corpo già provato dai digiuni e dalle mortificazioni) e che diventerà luogo privilegiato di tante manifestazioni mistiche straordinarie, sempre riferite dal giovane a don Rocco Gregorace, (sacerdote, all’epoca, di Placanica) che per primo ebbe il privilegio di conoscere le sue confidenze. Pur essendo senza istruzione (per aiutare in famiglia, Cosimo fu costretto ad interrompere gli studi in prima media) la sua lingua si distingue per le sottigliezze teologiche e per il gergo erudito. Una freschezza di linguaggio, conciso e diretto, che penetra nelle pieghe più intime dell’animo e induce il peccatore a rivedere i propri comportamenti per rimettere la propria esistenza sulla retta via. Paragonato per le sue virtù profetiche e taumaturgiche al Santo di Pietrelcina, la straordinaria vita dell’umile contadino, diventato per tutti fratel Cosimo, dopo avere scelto il duro cammino della penitenza e della preghiera, in particolare di quella preghiera tanto gradita alla Madonna, il Santo Rosario, testimonia la profonda unione con Cristo sofferente che si manifesta in una amorevole carità verso i malati. Una vita, la sua, tutta mariana, spesa al servizio della Verità; e infatti, in tanti anni di annuncio coraggioso del Vangelo, con l’invito ad edificare la propria vita su Cristo, fratel Cosimo, ha invocato, per molti peccatori, il prodigio della conversione e per tanti sofferenti la guarigione. 
Holy Mary Statue


«Ti chiedo il favore di trasformare questa valle; qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime troveranno pace e ristoro. In questo luogo, Dio vuole aprire una finestra verso il cielo; qui, per la mia mediazione, vuole manifestare la Sua misericordia!» 

Era l’11 maggio 1968 a Santa Domenica di Placanica quando, da un enorme masso coperti di cespugli e rovi, la Madonna pronunciò queste parole a Cosimo Fragomeni, oggi conosciuto come Fratel Cosimo. La Vergine apparse per i successivi 3 giorni, sempre sullo stesso scoglio, dove Cosimo si ritirava per meditare il Santo Rosario.

Oggi questo piccolo luogo è conosciuto da tutto il mondo come la Madonna dello Scoglio ed è divenuto meta di migliaia di fedeli provenienti da ogni parte del globo: francesi, tedeschi, austriaci, americani, svizzeri, spagnoli, portoghesi, libanesi, ma anche giapponesi, australiani, neozelandesi e africani. Si stimano infatti oltre 600mila presenze annue.

In merito alla straripante devozione per la “Lourdes d’Italia”, mons. Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, ha detto: “Molti si pongono la domanda del perché tanta gente, da oltre quarant’anni continua a recarsi, costantemente, allo Scoglio. Notando l’ambiente circostante, le difficoltà viarie e la mancanza di opere d’arte o di svago, la risposta non può essere che unica: digitus Dei est hic, qui, in questo luogo, c’è la presenza di Dio. Lo dimostrano la pietà dei fedeli, le code presso i confessionali, la preghiera silenziosa di fronte alla statua della Vergine, il raccoglimento e il silenzio durante le celebrazioni sacre.”

Intanto il desiderio espresso dall’Immacolata è in piena fase di realizzazione. Il 1 giugno 2013 è stata posata, proprio da mons. Morosini, la prima pietra del santuario della Madonna dello Scoglio e tutt'ora i lavori sono in corso d'opera. La pietra è sata benedetta da Papa Francesco, che ha incontrato personalmente Fratel Cosimo in Vaticano e ha dato così la definitiva approvazione della Chiesa per questo straordinario avvenimento di fede.

I pellegrini accorrono anche per implorare la Grazia di guarigione per sé o per i loro cari. Molteplici testimonianze riconoscono il miracolo della guarigione per mezzo di Fratel Cosimo. Lui, che si limita solamente a guidare le preghiere durante le adunanze di massa, viene indicato come strumento preferito della volontà di Dio che opera per mezzo di lui solo attraverso la preghiera e la fede.




Il caso più eclatante risale all’agosto del 1986, quando Rita Tassone, giovane signora di Serra San Bruno, dopo 13 anni di sofferta malattia, dallo “Scoglio” proclamò la sua guarigione da un tumore osseo che la costringeva su una sedia a rotelle. Oggi la Tassone vive serena accogliendo col sorriso i curiosi nel suo bar, lo storico “Bar Fiorindo” nella città della millenaria Certosa. E le guarigioni volute dal buon Dio attraverso la preghiera del contadino di Santa Domenica si susseguono sempre più e durante le preghiere di massa, anche sotto il sole torrido o nelle giornate dell’inverno rigido, c’è chi stringe fra le mani la foto di un congiunto che non ha potuto presenziare, sperando nel miracolo. Su quella spianata e tra i sentieri in lontananza, la moltitudine di gente non avverte il caldo o il freddo o la stanchezza dei chilometri attraversati a piedi per arrivare fin lassù, anzi è come presa da un senso di pace coinvolta come è dalla preghiera collettiva e dal carisma di quel semplice contadino tanto privilegiato.

Romeo Magherescu, ortodosso e docente di filosofia a Bucarest, venuto allo Scoglio nel 1994, ha lasciato questa testimonianza: “Ho visto alcuni tremare: il mondo restava lontano. Senza volerlo anch’io ero scosso dallo stesso tremore, per la Pace e il senso di tranquillità che s’impossessava di noi tutti: il miracolo si produceva sotto i nostri occhi, la fede si rivelava più forte lì nelle contrade benedette dalla Madonnina… Fratel Cosimo, e lui stesso lo dice con fermezza, non è altro che il vaso e lo strumento di cui si serve la Protettrice… io che provengo dalla Romania, da un’altra terra difficile e bellissima come l’Italia, io, ortodosso, scampato ai pericoli del passato comunismo, ho ringraziato, come tutti quanti, il soffio guaritore della Fede…”.

(da www.aleteia.org)

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