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D’improvviso lo avvolse una luce dal cielo (At 9,3)

lunedì 24 settembre 2012

Un'economia diversa è possibile 2. EdC


Economia di Comunione

Cari amici, ecco un'altra grndissima opera che Dio ha ispirato a persone che si sono fidate di Lui.

L’Economia di Comunione (EdC) è un movimento che coinvolge imprenditori, imprese, associazioni, istituzioni economiche, ma anche lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, studiosi, operatori economici, poveri, cittadini, famiglie.

E’ nata da Chiara Lubich nel Maggio del 1991 a San Paolo in Brasile.
Il suo scopo è contribuire, alla luce del Carisma dell’Unità, a dar vita ad imprese fraterne che sentono come propria missione sradicare la miseria e l’ingiustizia sociale, per contribuire ad edificare un sistema economico e una società umana di comunione dove, ad imitazione della prima comunità cristiana di Gerusalemme, “non vi era alcun indigente tra di essi” (At 4,32-34).

Attraversando la città di San Paolo, Chiara Lubich, nel maggio del 1991, era stata colpita nel vedere di persona, accanto ad una delle maggiori concentrazioni di grattacieli del mondo, grandi estensioni di "favelas".



Cosa fare?

Giunta alla cittadella del Movimento, la Mariapoli Araceli, vicino San Paolo, constatava che la comunione dei beni praticata nel Movimento fino ad allora non era stata sufficiente nemmeno per quei brasiliani, a lei così prossimi, che vivevano momenti d'emergenza.

Spinta dall'urgenza di provvedere al cibo, ad un tetto, alle cure mediche e se possibile ad un lavoro, e con in animo l'enciclica di Giovanni Paolo II "Centesimus Annus" appena pubblicata, aveva lanciato l'Economia di Comunione:

"Qui dovrebbero sorgere delle industrie, delle aziende i cui utili andrebbero messi liberamente in comune con lo stesso scopo della comunità cristiana: prima di tutto per aiutare quelli che sono nel bisogno, offrire loro lavoro, fare in modo insomma che non ci sia alcun indigente.
Poi gli utili serviranno anche a sviluppare l’azienda e le strutture della cittadella, perché possa formare uomini nuovi: senza uomini nuovi non si fa una società nuova!
Una cittadella così, qui in Brasile, con questa piaga del divario tra ricchi e poveri, potrebbe costituire un faro e una speranza
".



L’adesione dei presenti era stata immediata: tutti si erano sentiti coinvolti, scossi nel profondo, e si erano lanciati a dare il proprio contributo personale nelle maniere più diverse, attuando con nuovo slancio e radicalità la comunione dei beni vissuta nel Movimento sin dagli inizi.

Tutto in comune: soldi e gioielli, terreni e case, disponibilità di tempo, di lavoro, di trasferimento, offerte di dolore, di malattie… come chi ha dato tutti i suoi risparmi, 4.000 dollari, "perché facciano parte di questo oceano d’amore, come una goccia d’acqua…e Dio trasformi questo sogno in una grande realtà che illuminerà l’inizio del Terzo Millennio".

Il ‘sogno’ di allora sta diventando realtà: molte aziende sono nate e non solo in Brasile, ma in molti Paesi del mondo, imprese già esistenti hanno fatto proprio il progetto, modificando lo stile di gestione aziendale e la destinazione degli utili.

A ottobre 2009 vi avevano aderito 688 imprese di varie dimensioni:
  • Europa 413 (di cui 235 in Italia)
  • America del Sud 209
  • America del Nord 35
  • Asia 25
    Medio Oriente 2
  • Africa 2
  • Australia 2
Negli ultimi 5 anni sono nate 50 nuove imprese ispirate al progetto e 50 già attive hanno deciso di aderirvi. Alcune centinaia poi hanno cominciato a vivere la stessa cultura della fraternità. Questa nuova cultura economica intende favorire una nuova concezione dell’agire economico, non solo utilitaristico, ma teso alla promozione integrale e solidale dell’uomo e della società.

la cultura del dare

I soggetti produttivi dell'Economia di Comunione - imprenditori, lavoratori e altre figure aziendali - sono ispirati a principi radicati in una cultura diversa da quella prevalente oggi nella pratica e nella teoria economica.

Questa cultura possiamo definirla "cultura del dare" proprio in antitesi con la "cultura dell'avere".
Il dare economico è espressione del "darsi" sul piano dell' "essere". In altre parole, rivela una concezione antropologica non individualista né collettivista, ma di comunione.

Una cultura del dare, che quindi non va considerata come una forma di filantropia o di assistenzialismo, virtù entrambe individualistiche.
L'essenza stessa della persona è essere "comunione".




Di conseguenza, non ogni dare, non ogni atto di dare crea la cultura del dare.
C'è un "dare" che è contaminato dalla voglia di potere sull'altro, che cerca il dominio e addirittura l'oppressione di singoli e popoli. E' un "dare" solo apparente. C'è un "dare" che cerca soddisfazione e compiacimento nell'atto stesso di dare. In fondo è espressione egoistica di sé e in genere viene percepito, da chi riceve, come un'offesa, un'umiliazione.
C'è anche un "dare" interessato, utilitaristico, presente in certe tendenze attuali del neo-liberismo che, in fondo, cerca sempre il proprio tornaconto..

E infine c'è un "dare" che noi cristiani chiamiamo "evangelico".
Questo "dare" si apre all'altro nel rispetto della sua dignità e suscita anche a livello di gestione delle aziende l'esperienza del "date e vi sarà dato" evangelico. Si manifesta a volte come un introito inatteso o nella genialità di una soluzione tecnica innovativa o nell'idea di un nuovo prodotto vincente.

L’economia oggi è di fronte ad una svolta: i processi di globalizzazione possono offrire nuove opportunità a tanti esclusi dal benessere o trasformare il mondo in un grande supermarket, dove l’unica forma di rapporto umano è quello economico, dove tutto diventa merce.

L’EdC è una delle risposte che lo Spirito sta suscitando per vincere queste sfide.
Nel corso della storia i carismi sono stati delle risposte alle sfide poste dai grandi mutamenti epocali – pensiamo alle Abbazie benedettine, o ai Monti di Pietà dei francescani, durante il Medioevo.
E all’interno del dibattito attuale – pro o contro i mercati? – l’EdC sta seguendo una sua traiettoria, che mette la vita e non le ideologie al primo posto, in dialogo con tutto ciò che oggi c’è di buono.

http://www.edc-online.org/
http://www.focolare.org/it/

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